I lavori del progetto sezione Preistoria e Civiltà Rupestre del Parco della storia dell’uomo hanno interessato diverse aree e monumenti del Parco della Murgia Materana.
Preistoria
Tutta l’area archeologica del Villaggio Neolitico di Murgia Timone
Civiltà Rupestre
Tutta l’area del belvedere di Murgia Timone
Diversi sentieri presenti sia sul piano del belvedere di Murgia Timone sia sul versante scosceso di fronte ai Sassi di Matera
La chiesa rupestre di Madonna delle tre porte
L’asceterio di Sant’Agnese
La chiesa rupestre di Sant’Agnese
La chiesa rupestre di San Vito
Il complesso rupestre di San Falcione
La chiesa rupestre di San Pietro in Principibus
La chiesa rupestre di Madonna della Croce
Procedimenti
I lavori appaltati da Invitalia derivano da un Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) Matera Capitale Europea della Cultura 2019 firmato da diversi Ministeri, il Comune di Matera e la Regione Basilicata.
All’art. 8 Compertura Finanziara il CIS individua per gli interventi Preistoria e Civiltà Rupestre del cosiddetto Parco della storia dell’uomo i costi e la fonte di finanziamento nell’art. 347 della legge di bilancio n. 208 del 2015, come di seguito specificato: “Per consentire il completamento del restauro urbanistico ambientale dei rioni Sassi e del prospiciente altopiano murgico di Matera, in esecuzione degli articoli 5 e 13 della legge 11 novembre 1986, n. 771 , e’ autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019."
Tale copertura è diversa da quella degli altri interventi (Civiltà contadina e Città dello spazio) finanziati con fondi del Ministero dei Beni Culturali.
L’art. 5 della Legge 771/1986 richiede al Comune di Matera l’adozione di programmi biennali di spesa, quindi progetti e programmi di spesa, da approvare in Consiglio Comunale, cose che non risultano siano mai avvenute.
L’art. 3 comma 3.3 del CIS stabilisce che il Comune di Matera debba "esprimersi in merito alle richieste di autorizzazione, pareri, nulla osta di propria competenza, e ad ogni atto, anche di carattere urbanistico, necessario per la realizzazione degli interventi."
L’art. 7 del CIS riguardante individua il soggetto attuatore in Invitalia e ne definisce le attività attraverso "un costante confronto con il Comune di Matera, in particolare per quanto riguarda i contenuti e gli obiettivi degli interventi".
Entrambi gli interventi Preistoria e Civiltà rupestre si articolano in due fasi a cui corrispondono altrettanti bandi e appalti.
Lo schema adottato prevede:
1. Bandi e appalti per rilievi, indagini, progettazione esecutiva e direzione lavori
2. Fase intermedia di valutazione degli interventi ed acquisizione dei pareri e delle autorizzazioni a procedere su quanto previsto nei progetti esecutivi che si sono aggiudicati la gara
3. Bandi e appalti per l’esecuzione lavori approvati
Entrambi gli appalti della progettazione vengono aggiudicati ad un unico soggetto, in questo caso il raggruppamento temporaneo di professionisti denominato FèRiMa.
Dopo aver prodotto i rilievi, le indagini ed il progetto esecutivo, ed una serie di interlocuzioni con gli enti interessati si è giunti alla fase finale del procedimento intermedio concluso con la conferenza di servizi decisoria.
I soggetti coinvolti sono: Comune di Matera, Ente Parco della Murgia Materana, Regione Basilicata (Dip. Ambiente e Territorio), Soprintendenza regionale, Invitalia, i rappresentanti dell’aggiudicatario della gara.
Il verbale contiene delle prescrizioni da parte della Soprintendenza e della Regione Basilicata, tra le quali
il divieto di costruire la torre di avvistamento nel Villaggio Neolitico (non realizzata)
il divieto di realizzare gli osservatori circolari sul Belvedere di Sant’Agnese (realizzati)
il divieto di ricostruire il nartece della chiesa rupestre di Madonna delle tre porte (realizzato)
il divieto di produrre qualsiasi intervento di scavo nel banco calcarenitico e di osservanza delle norme di attuazione del Piano del Parco della Murgia Materana
E’ noto a tutti e riportato pubblicamente e sugli organi di stampa che del progetto denominato Parco della storia dell’uomo si hanno notizie pubbliche attraverso un comunicato stampa del Comune di Matera nel Marzo 2020 durante la prima fasa della pandemia dovuta al Covid19. La pandemia impedirà al Comune di rendere noti i dettagli del progetto mentre diversi comunicati successivi sono caratterizzati da toni e contenuti propagandistici. La pandemia non impedirà invece l’avvio dei lavori e la cantierizzazione con le tipiche perimetrazioni dei luoghi a partire da Giugno 2020.
Su questo argomento l’Associazione Codice 21 ha già reso noto quanto avvenuto nella fasi precedenti al progetto attraverso il comunicato stampa del 18 Luglio 2020 dal titolo Il parco della storia di un uomo.
Anche in quel caso informazioni rese pubbliche necessariamente per chiarire gli aspetti che non sono potuti emergere nell’incontro - confronto tra Comune, Ente Parco, progettisti e responsabili di Invitalia con Associazioni, Università e Cittadini nei giorni precedenti presso il Comune di Matera avvenuto oltre un mese dopo la cantierizzazione dei lavori.
Il progetto che trasforma un’area essenziale a rappresentare il passato ed il futuro di Matera quindi non è mai stato presentato, condiviso, e nemmeno discusso in Consiglio Comunale. Un progetto quindi calato dall’alto che nei modi e nei tempi non è stato finora possibile nè modificare nè fermare nonostante i ripetuti e diversi appelli giunti da Associazioni, Cittadini e dopo le elezioni del Settembre 2020 anche da diversi esponenti e partiti politici.
Assenza di un piano turistico
Come appreso dai responsabili unici del procedimento di Invitalia durante il confronto postumo all’apertura dei cantieri con le Associazioni, Università e Cittadini, il progetto denominato Parco della storia dell’uomo è un progetto di valorizzazione dei luoghi interessati nelle varie sezioni del progetto e finalizzati ad una fruibilità turistica. Nel caso in questione, le sezioni Preistoria e Civiltà Rupestre riguardano il comprensorio di Murgia Timone nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano o Parco della Murgia Materana.
I progetti vengono redatti, approvati e cantierizzati in assenza di un piano turistico dedicato ai luoghi interessati dai lavori, piano turistico mai prodotto dagli enti territoriali interessati: Ente di Gestione del Parco della Murgia Materana, Comune di Matera, Regione Basilicata, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.
Facciamo notare che il Piano del Parco è un piano che individua finalità, criteri gestione e di tutela di tutto il territorio del Parco della Murgia Materana. Per quanto riguarda Murgia Timone ne prevede la salvaguardia e la trasmissione in integrità alle generazioni successive, non ne prevede in alcun modo lo sfruttamento turistico. Il richiamo alle finalità turistiche nel Piano del Parco è limitato alla possibilità per i privati di destinare parte del centro aziendale, se già esistente, a funzione turistica a complemento di quella agricola.
Per quanto riguarda il fenomeno turistico a Murgia Timone (come in ogni altra parte del Parco) non risulta che l’Ente gestore abbia mai comunicato alcun tipo di regolamentazione finalizzata a contenere o limitare qualsiasi tipo di impatto antropico.
Aspetti scientifici
Per entrambi i lotti, la parte preistorica del Villaggio Neolitico e per tutta l’area di Murgia Timone comprendente le chiese rupestri interessate, la stazione appaltante Invitalia ha predisposto e messo a bando 2 diverse gare:
- la prima comprendente indagini scientifiche, rilievi, progettazione esecutiva e direzione lavori
- la secondo relativa alla realizzazione dei lavori.
Quindi le indagini e relazioni scientifiche, ovvero la parte più importante che determinerà le scelte progettuali ed i lavori, non sono state richieste ad un soggetto terzo e indipendente dall’appalto di progettazione e lavori, ma allo stesso soggetto che per entrambi i lotti produrrà il successivo progetto esecutivo e dirigerà i lavori.
Nonostante tutti i rilievi e le diverse relazioni archeologiche e tecniche prodotte, emergono alcuni aspetti essenziali che non sono stati considerati e che manifestano una strategia generale ed un approccio agli interventi che hanno causato (prevedibilmente) una perdita del valore e non una valorizzazione del patrimonio culturale del Parco della Murgia Materana.
Per quanto riguarda le chiese rupestri, sette interessate dal progetto, è noto oramai da anni, anche con pubblicazioni premiate, che vi è una lacuna scientifica e quindi culturale determinata dal fatto che il fenomeno delle chiese rupestri del Materano, i relativi insediamenti e dipinti murali non ha datazioni scientifica, a questo si aggiunge l’assenza di una toponomastica documentata.
Le chiese rupestri quindi non hanno, alla data della redazione del progetto, nè una datazione nè un nome documentato, i nomi infatti derivano da quelli assegnati dal Circolo La Scaletta nella pubblicazione "Le chiese rupestri di Matera" del 1966, nomi e metodi di nota fantasia che hanno creato non pochi problemi scientifici e culturali, di cui il Parco della storia dell’uomo ne è purtroppo la sintensi e l’epilogo finale.
Documentazione
1. Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) Matera Capitale Europea della Cultura 2019
2. Civiltà rupestre - Progetto esecutivo - Relazione generale
3. Civiltà rupestre - Progetto esecutivo - Relazione generale
Il progetto viene "offerto" dal Comune di Matera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per volontà dell’ex sindaco De Ruggieri nell’ambito della designazione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019. Da questa "offerta" nasce un contratto istituzionale di sviluppo (CIS) tra diversi Ministeri (Beni Culturali, Economia, Ambiente, Infrastrutture, Coesione territoriali), la Regione Basilicata ed il Comune di Matera, per il quale si affida la realizzazione del progetto ad Invitalia società del Ministero dell’Economia.
Tutto questo lo si apprende dalle dichiarazioni rilasciate dallo stesso ex sindaco i primi di novembre del 2020 a seguito di una presunta agressione verbale avvenuta in piazza, mentre da mesi vi sono pubbliche proteste scaturite in modo unamime da cittadini ed associazioni a fronte del procedere distruttivo dei lavori di questo progetto ancora in corso su Murgia Timone. Dichiarazioni nella quali De Ruggieri conferma "l’offerta" del progetto per dare a Matera quel ruolo universale che deriva dalla propria personale e singolare visione sostenuta dai propri slogan "dai buchi neri alla grotta dei Pipistrelli" e "dalla selce al silicio" puntualmente ripetuti e riaffermati nelle dichiarazioni a stampa e televisive del Novembre 2020.
Nell’ultima intervista televisiva che vede De Ruggieri protagonista senza contraddittorio sulla presunta agressione che fa da spunto per parlare del progetto, l’ex sindaco rilascia delle importanti dichiarazioni che invece non ha fatto durante il confronto pubblico con i rappresentanti delle Associazioni, dell’Università e dei cittadini svoltasi in Comune nel Luglio 2020, momento di partecipazione al progetto offerto dal Comune a lavori appaltati e cantieri già aperti da un mese.
Le dichiarazioni più importanti rilasciate a parte quella relativa alla propria immortalità sono:
1. la propria totale estraneità ai lavori in corso su Murgia Timone, finiti nelle impietose mani della burocrazia statale
2. l’inutilità del rifacimento della strada che porta al belvedere, lavoro che assorbe la maggior parte dei fondi stanziati
Nel seguito del presente è pubblicato un documento fondamentale sulla conferenza di servizi decisoria sui lavori da effettuare a cui partecipano tutti gli enti territoriali interessati (Comune, Regione Basilicata, Soprintendenza Basilicata), Invitalia e il direttore dei lavori, tenutasi il 22 Febbraio 2019 presso il Comune di Matera e condotta dal dirigente comunale.
In questo atto il sindaco De Ruggieri partecipa e non fa rilevare nulla di quello che ha dichiarato successivamente a mezzo stampa e televisione, ma dichiara di voler restituire un bassorilievo raffigurante una Madonna "sottratto alla violenza vandalica" negli anni 60 dalla chiesa rupestre di Madonna della Croce e da lui custodito finora. Dichiarazione pervenuta quindi alla Soprintendenza solo 60 anni dopo.
Esecuzione dei lavori
Per l’esecuzione dei lavori è stato fatto un uso costante di mezzi pesanti anche nei punti più delicati e sensibili del Parco della Murgia Materana con il risultato di produrre vasti danneggiamenti soprattutto al banco calcarenitico che caratterizza il Parco oggetto di specifica tutela nella propria normativa.
Sono stati ampiamente danneggiati tutti i luoghi dove si rilevano nuove costruzioni, deposizione di breccia (stabilizzato) per i sentieri, movimentazione terra e materiali lapidei, collocamento di blocchi di pietra i forma semi circolare a segnalare la presenza delle chiese rupestri. Operazioni che hanno avuto un impatto devastante sul patrimonio geomorfologico e ambientale e sul paesaggio del Parco.
A tal fine proponiamo la lettura del seguente comunicato stampa di Invitalia del giorno 8 Gennaio 2021 che risponde a quanto dichiarato sopra dall’ex sindaco De Ruggieri in cui si afferma quanto segue: L’utilizzo di mezzi pesanti nella Murgia, lamentato da alcuni come sfregio, è limitato alla realizzazione della nuova pavimentazione stradale (mitigato dall’utilizzo di pannelli fonoassorbenti) ed è stato necessario per sollevare svariate tonnellate per la ricostruzione del nartece alla Chiesa della Madonna delle tre porte. Si concorda sulla sgradevole estetica delle recinzioni di cantiere, ma sono a norma, sono necessarie e, soprattutto, sono temporanee.
Si confronti questa dichiarazione con il seguente video e con tutte le pagine relative a questo osservatorio.